Peggiori marche di spaghetti: ecco quali non comprare al supermercato

A proposito di spaghetti, ti ricordi la scena di Miseria e Nobiltà, quando Totò tira fuori gli spaghetti dalle tasche e li mangia con una fame che fa venire voglia di correre ai fornelli? Gli spaghetti sono un pezzo di storia italiana, una tradizione che unisce famiglie, amici e generazioni. Ma siamo sicuri che quelli che portiamo in tavola siano sempre il meglio del meglio?

Siamo abituati ad afferrare il primo pacco che troviamo al supermercato senza pensarci troppo, tanto uno vale l’altro, giusto? Sbagliato! Non tutti gli spaghetti sono uguali, e alcuni sarebbe meglio lasciarli sullo scaffale piuttosto che metterli nel piatto. Allora, come si fa a scegliere quelli giusti? Scopriamolo insieme, ti assicuro che non è difficile!

Gli spaghetti: un piatto semplice, ma non così scontato

Pensiamo agli spaghetti come a un prodotto base, una cosa che non può deludere. Basta buttare nell’acqua bollente, scolare e condire con un bel sugo. Come se non fosse importante quale qualità di spaghetti utilizziamo nella nostra ricetta. Facile, no? E invece no! Non tutti gli spaghetti si comportano allo stesso modo.

Ci sono quelli che rimangono al dente anche dopo 15 minuti di cottura e quelli che si trasformano in colla dopo pochi minuti. Alcuni trattengono bene il sugo, altri sembrano fatti di plastica e scivolano via dalla forchetta. Ma da cosa dipende questa differenza? Dagli ingredienti e dal metodo di lavorazione. E quindi?

Quali spaghetti non comprare? I segnali d’allarme

Per evitare di portare a casa un prodotto scadente, basta sapere dove guardare. Ci sono alcuni dettagli da controllare prima di mettere un pacco di spaghetti nel carrello. Prima fra tutte, la farina di scarsa qualità, se trovi scritto solo farina di grano senza altre specifiche, è il primo segnale che forse non è il massimo. Meglio puntare su spaghetti fatti con semola di grano duro 100% italiano o, ancora meglio, con farine integrali. Poi ancora:

  • Zuccheri e carboidrati extra, alcuni produttori aggiungono ingredienti che non dovrebbero esserci, come zuccheri o conservanti. Se sull’etichetta vedi qualcosa di strano, meglio lasciar perdere.
  • Data di scadenza troppo lunga, certo, la pasta dura tanto, ma se la scadenza è oltre i 6-7 anni, potrebbe essere stata trattata con conservanti o processi poco naturali.
  • Aspetto e consistenza, uno spaghetto buono ha un colore dorato naturale, non troppo bianco o trasparente. Se sembra plastica, probabilmente ha subito processi industriali che ne hanno alterato la qualità.

Come scegliere spaghetti di qualità, allora? Ora che sappiamo cosa evitare, vediamo invece come riconoscere uno spaghetto degno di una bella spaghettata. Ad esempio, meglio trafilati al bronzo, sono più ruvidi e trattengono meglio il sugo. poi come già accennato, meglio il grano italiano. Se è miscelato con grani esteri, spesso è sinonimo di qualità inferiore. Poi, se la pasta è stata essiccata rapidamente ad alte temperature, perde molte proprietà nutrizionali e diventa meno digeribile.

Meglio quelle che hanno subito un’essiccazione lenta e a bassa temperatura. Alla fine, la pasta è una cosa semplice, ma questo non vuol dire che dobbiamo accontentarci di prodotti mediocri. Leggere l’etichetta e fare attenzione alla qualità non costa nulla e ci permette di mangiare meglio, con gusto e senza brutte sorprese. La prossima volta che sei al supermercato, non buttare nel carrello il primo pacco che capita. Dagli un’occhiata, leggilo bene e scegli con criterio. Tanto lo sai: uno spaghetto fatto bene, condito con amore, è la chiave della felicità a tavola!

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